Le nostre attività non si sono fermate. Noi non siamo cambiati. Le nostre abitudini sì. Molti non ce l’hanno fatta. Medici, infermieri, farmacisti e personale sanitario hanno resistito con ammirevole abnegazione, mossi dal senso di responsabilità nei confronti di tanti cittadini che chiedevano conforto fisico e morale.
Non possiamo dire di aver sconfitto il virus. Probabilmente ha deciso di andarsene o di fermarsi… almeno per un po’.
E non siamo diventati migliori. Molti di coloro che, fortunatamente, non sono stati colpiti dal virus si sentono invincibili. Oggi mostrano un’arroganza mai vista, fuori da ogni logica e umanità.
Contro chi oggi nega la pandemia dobbiamo ancora sviluppare gli anticorpi. Ma, anche in questo caso, ce la faremo.
Vi proponiamo, di seguito, il diario delle nostre attività e alcune riflessioni.
5 giugno: ‘È certamente motivo di orgoglio il riconoscimento al farmacista di Codogno, e sono molto belle le sue parole di condivisione del premio (riconoscimento del presidente della Repubblica, n.d.r.) con tutta la categoria. Ci hanno provato, a farci passare per ignobili speculatori, con beceri servizi televisivi o con le dichiarazioni di un personaggio (il commissario Domenico Arcuri, n.d.r.) su cui è meglio non mi esprima… E che importa se il personaggio in questione ha poi cercato di correggere il tiro riconoscendo pubblicamente il nostro ruolo? Nulla, non importa proprio nulla… L’unica cosa che avrebbe potuto fare sarebbe stata chiedere pubblicamente scusa per la diffamazione, perché quel riconoscimento suonava sforzato e stonato come un do e un do diesis insieme.
Soggetti di bassa statura, lui e pseudogiornalisti da strapazzo che nulla sanno della morsa che provi allo stomaco quando vedi nel cassetto la ricetta di morfina e, sì, è proprio della cliente che si è confidata con te, ma pochi sanno della sua malattia perché non vuole farsi compatire…
Che ne sanno loro degli occhi che ti guardano quando ti porgono le ricette e tu ci leggi quel maledetto codice… 048… Occhi impauriti, non aspettano altro che un cenno per poterti raccontare… Occhi che cercano nei tuoi occhi un segno di speranza, che tante volte è difficile trovare perché da quelle ricette “marchiate” 048 tu capisci molte cose e sai già la trama della storia, purtroppo, perché ne hai già viste tante.
Per fortuna non ci sono solo storie con lo 048, ci sono anche quelle felici, le nascite, ogni vittoria contro una malattia, ci sono gli occhi radiosi, gli occhi che condividono con te le belle notizie, dei genitori e dei nonni che ti mostrano con orgoglio le foto di figli e nipoti.
Alla fine è questo che conta, mezza parola nostra tante volte serve più di una medicina. Perché i farmacisti c’erano anche prima e continueranno ad esserci dopo la pandemia’ (il pensiero di una farmacista).
3 giugno: Fetore di fogna e colori raccapriccianti del lido di parco Cimino, nella mattinata di ieri 2 giugno, a Taranto. Non solo #Covid19: al #mare e al #lago il #pericolo resta l’#inquinamento. Causato dagli #umani.
http://www.cittadinireattivi.it/…/non-solo-covid19-al-mare…/
1 maggio:
#1maggio2020. Questo giorno voglio dedicarlo a chi in piena emergenza #coronavirus ha comunque deciso di esserci, di lavorare non per obbligo ma per senso di responsabilità, rischiando la propria vita, con abnegazione. Lo dedico anche a chi non ha potuto recarsi al proprio posto di lavoro perché l’emergenza in atto ha limitato le attività ‘non necessarie’. Questo giorno lo dedico anche a chi lotta da tempo, a chi ha compreso che il conflitto è occasione di confronto e di crescita e non di odio e morte. Lo dedico a chi ama discutere per poi raggiungere un accordo, a chi ha qualcosa da dire ma non si impone. A chi ascolta senza pregiudizi. Lo dedico anche a chi si mette da parte e a chi si scusa.
3 maggio:
14 maggio:
Taranto. Fuori dal Virus, Fuori dal Fossile. Stop VelENI
Il progetto Tempa Rossa si sviluppa in due regioni: la Basilicata e la Puglia. Protagoniste assolute della partita sulle autorizzazioni sono le compagnie petrolifere: la francese Total, sul versante lucano, e l’italiana Eni, sul versante pugliese.
Cinquantamila barili al giorno giungeranno dai giacimenti Total di Corleto Perticara al parco serbatoi della raffineria di Taranto, di cui Eni è proprietaria in forza del decreto ministeriale n.16342 del 30 luglio 1997.
Da qui il greggio verrà trasportato via mare verso altre raffinerie. L’opera di adeguamento prevede una serie di interventi tra cui la costruzione di due serbatoi della capacità di 180 mila metri cubi e il prolungamento del pontile esistente per permettere l’attracco delle petroliere.
L’Eni, il 27 ottobre 2011, ottiene subito parere positivo di compatibilità ambientale con decreto congiunto di Valutazione d’impatto ambientale e Autorizzazione integrata ambientale. Inizialmente, l’opposizione locale è flebile. Sul versante lucano, invece, tutto tace o quasi. Anche da parte dei comitati locali. E se oggi un certo interesse si è svegliato giunge però in ritardo.
E’ il comitato Legamjonici (nel 2011) che intuisce la pericolosità del progetto e lo rende noto sia dal punto di vista ambientale sia sotto l’aspetto del rischio di incidenti rilevanti. Ma tutti gli enti sono favorevoli. Persino la Regione Puglia, il 22 novembre 2011, dà parere positivo dal punto di vista ambientale. Negli anni seguenti, anche se in ritardo, il Comune di Taranto manifesta una certa opposizione, sotto la pressione della società civile che, nel frattempo, ha acquisito maggiore consapevolezza.
Il governo, temendo che il progetto salti, nel 2014 inserisce un emendamento specifico nella legge di Stabilità 2015 che va ad integrare un vuoto normativo non colmato dal decreto legge Sblocca Italia, in materia di opere logistiche e infrastrutture correlate a progetti petroliferi. È il via libera al progetto sul versante tarantino.
I progetti che prevedono l’uso delle fonti fossili non possono e non devono essere ancora considerati ‘strategici’ e di ‘pubblica utilità’. Questo è in contrasto con i progetti che invece mettono al centro la transizione energetica basata sulle fonti di approvvigionamento energetico non inquinanti.
Per approfondimenti: https://legamjonicicontroinquinamento.wordpress.com/…
24 aprile: Ilva. ll Tar Lecce ha sospeso gli effetti dell’ordinanza del Sindaco di Taranto fino al 7 ottobre 2020:
-accoglie l’istanza cautelare e, per l’effetto, sospende in via interinale l’efficacia degli impugnati provvedimenti fino alla camera di consiglio del 7 ottobre 2020, cui rinvia in prosieguo.
– sospesa e riservata ogni decisione sul rito, nel merito e sulle spese, ordina al Ministero dell’Ambiente di depositare presso la segreteria di questo Tribunale Amministrativo ed entro il termine di giorni 90 dalla data di notificazione o comunicazione del presente provvedimento una relazione a firma del responsabile del procedimento, corredata della documentazione di riferimento, da cui si evinca: a) se il procedimento di revisione dell’AIA 2017 avviato con D.D. 188/2019 sia stato o meno concluso ovvero quale sia lo stato del medesimo; b) se l’AIA di cui al DPCM 29/9/2017 risulti o meno supportata anche in via indiretta (ad esempio attraverso la documentata partecipazione al comitato degli esperti anche di specifiche professionalità nel campo della tutela della salute, come rappresentanti del I.S.S.) da una valutazione del danno sanitario e, in caso affermativo, con quale metodologia esso sia stato calcolato, anche in relazione al principio di precauzione; ordina altresì al Ministero dell’Ambiente di depositare presso la segreteria di questo Tribunale Amministrativo ed entro il termine di giorni 90 dalla data di notificazione o comunicazione del presente provvedimento copia delle relazioni di esercizio degli anni 2019 e 2020 (che il gestore è tenuto a depositare presso il MATTM entro il 30 aprile di ogni anno), anche – ove ritenuto opportuno – a mezzo stralcio e per la sola parte relativa agli episodi di difettoso funzionamento degli impianti (in particolare sugli episodi presi in esame nel provvedimento impugnato);
– ordina all’Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale (I.S.P.R.A.) di depositare presso la segreteria di questo Tribunale Amministrativo ed entro il termine di giorni 90 dalla data di notificazione o comunicazione del presente provvedimento una relazione a firma del responsabile del procedimento, corredata della documentazione di riferimento, da cui si evinca: a) se l’inconveniente occorso al sistema di depolverizzazione sul camino E-312 nell’agosto 2019 e dovuto probabilmente ad una carenza manutentiva sia stato o meno effettivamente risolto e se – al tempo di adozione dell’impugnato provvedimento e ad oggi – possa dunque ritenersi esclusa la probabilità di potenziale pericolo sanitario; b) se l’attività produttiva del complesso industriale di cui trattasi comporti o meno immissioni in atmosfera di sostanze inquinanti diverse da quelle prese in esame negli allegati AIA del 29/9/2017 e quali siano dette sostanze e se possano o meno astrattamente ricollegarsi agli episodi da cui è scaturito l’impugnato provvedimento sindacale; c) se le sostanze di cui al punto precedente risultino o meno escluse dall’attività di rilevamento e monitoraggio in rete; d) se le prescrizioni indicate nella relazione del 20/3/2020 siano state adempiute dal gestore.
Premette anche: ‘Considerato che, per quanto sopra evidenziato e sempre nei limiti della cognizione sommaria, deve ritenersi che il rispetto dei parametri di emissioni contenuti nell’AIA (e relativi allegati) non costituisca di per sé garanzia dell’assenza di danno sanitario’
25 aprile:
30 marzo: ‘E’ ricominciata la settimana. Di nuovo in trincea. Non è un buon inizio settimana quando ti ritrovi a dover dare parole di conforto ad una signora in lacrime, distrutta perché la sua nipotina di 4 anni ha dovuto affrontare un intervento d’urgenza per un tumore al cervello ‘lei mi capisce, vero? So che con lei posso parlare, lei le conosce queste cose’.
Sì, queste cose le conosco, perché a Taranto queste cose tutti le conoscono.
Vedere poi quelle lacrime scorrere dietro una mascherina mi ha fatto male due volte. Perché c’è chi vive un dramma nel dramma.
Avrei voluto manifestarle la mia vicinanza.
Ma non ho potuto perché la mascherina nascondeva l’espressione del mio volto, perché non ho potuto darle la mano.
‘Grazie, grazie dottoressa’.
E di cosa signora?
(Daniela Spera)
10 marzo: ‘Una giornata difficile. Dura. Ho cercato di spiegare alle persone che devono muoversi da sole a fare la spesa o ad acquistare farmaci. Non in comitiva. Tanti anziani. Gente con mascherine improvvisate. Inviti a mantenere la distanza di sicurezza. Tanta fretta. Richieste incessanti di mascherine e gel disinfettanti per le mani, in ogni momento, anche mentre sei impegnata a dare consigli. Tutto esaurito.
E poi sciroppi per la tosse, scorte di farmaci. Ci sta che quando torni a casa compaia qualche lacrima liberatoria dovuta a stanchezza. Domani si riparte. E chissà per quanto tempo ancora. (Daniela Spera)’.
6 marzo:
Sentenza della Corte Europea del 24 gennaio 2019 ‘Cordella e altri c. ITALIA.’
Primo esame dello stato di attuazione: Il Comitato dei Ministri della Cedu non è soddisfatto della risposta dell’Italia. Avanti così!
(ANSA) – STRASBURGO, 6 MAR – Le informazioni fornite sinora dal governo italiano sulle misure adottate per proteggere gli abitanti dall’inquinamento causato dagli impianti dell’ex Ilva, dopo la condanna dell’anno scorso dalla Corte di Strasburgo, sono state giudicate insufficienti dal comitato dei ministri del Consiglio d’Europa. L’organo esecutivo dell’organizzazione paneuropea ha valutato le azioni intraprese dall’Italia per porre fine alle violazioni riscontrate dalla Corte di Strasburgo con la sentenza di condanna pronunciata il 24 gennaio 2019. Il comitato dei ministri chiede a Roma di fornire le nuove informazioni entro il 30 giugno evidenziando “l’importanza di un impegno politico ai massimi livelli per garantire che le attività odierne e future dell’ex Ilva non mettano più a rischio la salute pubblica e l’ambiente”. Strasburgo chiede in particolare di essere informata sui tempi previsti per l’attuazione delle misure da prendere, e di chiarire “se chi è responsabile per l’attuazione del piano ambientale goda ancora dell’immunità amministrativa e penale”.